venerdì 30 maggio 2014

Vegan Pho Soup: ne voglio ancora!

Seppur veloce, un piccolo post volevo lasciarlo anche questa settimana!

Una delle cose che amo di più di Sydney è la varietà di cucine che si possono trovare.
Passeggiando per Crown St in Surry Hills -un quartiere bellissimo con tutte le casette unifamiliari stile inglese, tutte di colori diversi e le ringhiere di ferro battuto tutte arzigogolate- si trovano uno dopo l'altro, ristorantini di ogni tipo: giapponese, thailandese, vietnamita, cinese, francese, italiano -mai provato e penso mai lo proverò! Non so perché ma ho un rifiuto per i ristoranti italiani all'estero. Considerando che anche in Italia i ristoranti davvero buoni non sono così semplici da trovare, figurati in Asustralia: un paese in cui la pasta è al dente quando per noi è tutta appiccicaticcia e collosa, dove la carbonara è con un litro di panna se no "it's not creamy enough" (non è abbastanza cremosa!), un paese in cui si pensa che cicken parmigiana (una fetta di pollo impanato con sopra pomodoro mozzarella e una gratta di bel parmigiano australiano -_-) sia uno dei piatti tipici italiani insieme a pasta e pizza. Ecco, credo di aver reso sufficientemente l'idea!- e continuando la lista: messicano,  nepalese, un pub australiano, indiano e chi più ne ha più ne metta!


Insomma, per me questa è una figata senza confine!!! Adoro provare tutti questi nuovi sapori freschi, ricchi, speziati. Diversi. E ciascuno a suo modo: deliziosi!

Da quando ho scoperto questa zuppa ne sono diventata dipendente. Fate voi che la scorse settimana l'ho mangiata ben 3 volte di seguito -con la mia dolce meta' che  giustamente mi prendeva in giro!-E-che-ci-posso-fare?!? Mi piace un sacco! E poi lo so come sono: se mi fisso con una cosa potrei mangiarla per giorni e giorni senza stufarmi!
Questa soup e' ottima sia nella versione originale nella quale il brodo e' di carne e quando è il momento di servirla si mettono nella ciotola striscione sottilissime di carne cruda che si cuociono con il calore del blodo stesso, che quella vegana con tofu e brodo fatto con l'aggiunta di funghi shiitake anziché carne.
I funghi shiitake sono un tipo di funghi cinesi che sono saporitissimi! Qui io ho la fortuna di trovarli freschi, ma voi potete usare quelli secchi che trovate nei negozi di specialita' asiatiche, mettendoli in ammollo per un po'. Ora che ci penso pero', potreste farla anche con i funghi porcini secchi. Caspita! Secondo me viene una bomba!

Il profumo che pervade la casa mentre il brodo cuoce è qualcosa di divino: provare per credere!

Ora eccovi la ricetta:

Pho soup vietnamita in versione vegana


Per il brodo:
8 cups di acqua (circa 2 l d'acqua)
1 cipolla tagliata a fette
2 spicchi d'aglio schiacciati
2 cm di zenzero tagliato a fettine
10 gambi di coriandolo (tenete da parte le foglie per quando impiattate)
10 gambi di basilico (tenete da parte le foglie per quando impiattate)
4 shiitake freschi (o secchi o porcini secchi ammollati in acqua per mezz'ora)
1/2 carota
1 gambo di sedano (facoltativo)
1 anice stellato
1 stecca di cannella spezzata in due
1/2 cucchiaino di pepe nero macinato fresco
1 e 1/2 cucchiaini di sale grosso
2 cucchiai di tamari (o salsa di soia se non siete gluten free)



Mettete tutti gli ingredienti in una pentola e fate cuocere a fuoco basso per un'ora da quando inizia a sobbollire. Filtrate il brodo e rimettetelo sul fuoco basso basso.

Per completare:
400 gr di silken tofu
Fecola di patate
Olio di girasole per friggere
4 cipollotti  (la parte bianca tagliata a pezzetti di 2 cm e la parte verde a rondelline)
Coriandolo e basilico tritati al coltello (le foglie che avrete tenuto da parte)
Germogli di soia
100 gr di noodles di riso (quelli che preferite, io ho usato quelli tipo trenette)

Preparate il tofu tagliandolo a fette di mezzo centimetro e mettendolo ad asciugare tra due fogli di carta assorbente.
Mettete un po’ di fecola di patate in un piatto e impanatevi il tofu (state attente perché il silken tofu è un po’ delicato). Disponetlo quindi su un foglio di carta assorbente.
Scaldate almeno 3 cucchiai di olio di girasole (in questo modo il tofu viene bello croccante fuori e morbido dentro) in una padella antiaderente e quando è caldo aggiunmgetevi il tofu. Fatelo cuocere a fuoco medio alto per 5 minuti o finche non sarà dorato, quindi giratelo, salatelo leggermente e fate cuocere per altri 5 minuti. Quando è pronto mettetelo su carta assorbene.

Mentre il tofu cuoce, portate a bollore dell’acqua (se non avete il bollitore, mollate tutto li dov’è e andate a comprarlo...siete ancora li :) ?!?!?) e versatela sui noodles. Lasciate i noodles in ammolo per dieci minuti, sgrovigliateli con una forchetta e scolateli. Teneteli da parte.

E’ giunto il momento di prepare il piatto:
Dividete in due ciotole capienti i noodles, adagiatevi sopra il tofu e i germogli di soia e coprite tutto con il brodo caldo.
Aggiungete infine i cipollotti e il coriandolo e il basilico. Servite con una fetta di limone o lime –questa non e’ facoltativa :)! Sentirete come sta bene!


Enjoy!

Se non trovate il silken tofu che è piu morbido di quello comune, usate pure quello piu' duro -firm tofu-. In quel caso potete anche evitare di impanarlo, facendolo subito friggere in padella finché non sarà dorato.

mercoledì 21 maggio 2014

Mai sentito parlare di alpaca?

Ormai ci ho ripreso gusto. Scrivere il blog mi mancava così tanto.
Un post a settimana. Per ora ci sto riuscendo e sono sicura non vi deluderò :)!

Mentre quando ero a Milano scrivevo i post sul tram e camminando per strada rischiando di prendere facciate contro i pali, qui a Sydney lo scrivo mentre vado a piedi a lavoro: attraverso tutte le mattine Hyde Park, un parco bellissimo e tenuto meravigliosamente bene tanto che quando un giorno ho mandato la foto a papà mi ha chiesto se lucidassero le piastrelle!

Questa oasi verde mi porta in città dove gli autobus sfrecciano a velocità inaudite e i rumori si amplificano sempre di più quasi a ricordarmi che è finita la pacchia e che un nuovo giorno di lavoro mi aspetta.

Questa mattina fa freddino. Sono tutta imbacuccata nella mia sciarpona di lana e il mio abbigliamento ha qualcosa di decisamente australiano: vestitino carinissimo tutto elegante, calze a rete e...vi starete chiedendo cosa c'entra tutto ciò con il pazzo stile australiano? -un po' crazy come quello inglese- del tipo mi butto nell'armadio, faccio una piroetta ed esco, poi se ho la fortuna di uscire con la gonna giro passera e una maglietta tutta scollata ancora meglio!- bè, c'entra perché udite udite, ho le scarpe da ginnastica, si si, proprio quelle che si usano per correre. Un orrore. Come stroncare l'eleganza e la sensualità in un nano secondo. Lo so. Ma sono così comode!!! Ma si, dai, poi le cambio appena arrivo a lavoro, anche se a volte mi dimentico e inizio a girare per l'ufficio con questa mise raccapricciante :).
Perché australiana? Perché qui tantissime ragazze vanno in giro vestite di tutto punto e con le scarpe da ginnastica! Camminare con tacco 12 ti farà sentire super figa, ma personalmente se devo fare più di 10 m sono già in difficoltà e ho la sensualità del famoso ippopotamo con il tutù e il tacco 12. Fate voi. Quindi una sana scarpa da ginnastica è la soluzione migliore per driblare al meglio chiunque abbia stoltamente deciso di percorrere la mia stessa strada, ma in senso opposto. Ma come si permettono :)?!? Io sto scrivendo il mio blog!

Ecco mi sono appena inciampata attraversando un semaforo. Ma che figura! E poi ad un semaforo è inutile sperare che non ti abbiano vista. Sono li a non fare un tubo e quello che aspettano sei proprio tu, che ti inciampi e regali loro un sorriso facile facile che male non fa la mattina presto. Quindi vediamola così: ho fatto del bene, non una figuraccia. Vero?!? - contraddire non è ammesso :).

Arriviamo a questa povera ricetta se no qui scappare via senza sapere di cosa si tratti.

Qui è autunno e nelle ultime settimane ha fatto super freddo. C'erano addirittura 10 gradi che per Sydney vi assicuro significa che "it's freezing!" - si congela!

Detto ciò, di questa stagione il comfort food per eccellenza non può essere che un bello stufato. Lo so che per voi è finalmente passato quel periodo dell'anno e che vi farà strano leggete ricette con zucca broccoli cavolo nero cavolfiore, no cavolfiore no, se no mi ritrovo fuori casa! -ma prima o poi glielo nascondo da qualche parte! Lui già lo sa :) e lo teme tantissimo! Povero! - e chi più ne ha più ne metta, ma fin dai conti sono a testa in giù e questo è quello che passa al convento :)!

E così, che stufato sia.
Con che carne?

L'alpaca.

Mai sentito parlarne prima finché una signora al mercato all'una meno dieci (all'una sbaraccano tutto e guai a te se compri qualcosa dopo l'una!) inizia a sbraitare qualcosa tipo "last cuts only15 dollars" -ultimi tagli solo15 dollari!". Mmm...incuriosita mi avvicino. Chiedo cosa sia. Mi dice che il sapore è tra quello della capra e il vitello, che è una carne magrissima e che piace ai bambini. La voglio!

Dunque, il vitello lo ha visto solo un fotografia e non so come i bimbi possano adorare una carne dal sapore così forte, sta di fatto che a me è piaciuta moltissimo nonostante non sia una mega fan della carne di capra. Questa carne è capra schietta. Forse un pochino più delicata. Tenerissima e senza un filo di grasso! Ottima!

Personalmente non ne avevo mai sentito parlarne prima. Poi dopo qualche mini ricerchetta sul web ho capito che si trovano soprattutto in Sud America e qui in Australia ovviamente visto che il mercato è "organic, km zero e chi più ne ha più ne metta" E poi cosa ti scopro dalla mamma della mia dolce metà?! Che queste capre un po' cresciutelle sono anche a Santa Maria Maggiore, nella Val Vigezzo. Insomma questi alpaca sono ovunque!
 
Compriamo questa alpaca. Un taglio per spezzatino. E qui il dilemma.
Ecco, per una persona normale proprio non lo chiamerei dilemma, ma per una food blogger super golosa...si :)!
Opto per due modi diversi, uno più classico con carota cipolla, un goccino di concentrato di pomodoro, tanto rosmarino, un pizzico di paprika dolce e patate e un'altro con cavolo nero e patente ma con un tocco speziato dato da cannella, finocchietto, noce moscata. Il cavolo nero la fa da padrone, paradossalmente esaltando il sapore della carne. Le spezie danno quel tocco in più. Lo rifarò sicuramente!

Spezzatino speziato di alpaca con cavolo nero


Per 2/3 persone:
500g di carne di alpaca (taglio da spezzatino)
200g di cavolo nero (costa centrale inclusa nel peso)
2 spicchio d'aglio
2 stecca di cannella
1 cucchiaino di semi di finocchietto
1/2 di cucchiaino di noce moscata
4 foglie di alloro
1/2 di bicchiere di vino bianco secco per sfumare
4 cucchiai di olio evo
Sale





Pulite il cavolo nero provandolo della costa centrale. Lavatelo e tagliatelo a striscette di 2 cm (nel verso perpendicolare alla costa).

In una casseruola mettete l'olio evo e lo spicchio d'aglio sbucciato e tagliato a metà e tutte le spezie.

Quando l'olio è caldo aggiungete la carne e fatela rosolare per 4-5 minuti rigirandola abbastanza spesso di modo che non si bruci.

Aggiungete il vino (se fosse freddo di frigo aggiungetelo in un angolo della casseruola in cui non ci sia carne!) e fatelo evaporare per bene continuando a mescolare con un mestolo di legno.

Quando il vino è evaporato aggiungete il cavolo nero, salate e coprite con almeno mezzo litro d'acqua bollente (non preoccupatevi se dovesse sembrare troppa, sono sicura che durante la cottura dovrete aggiungerne ancora!). Coperchiate e lasciate sobbollire per 2 ore mezza-3 ore.

Nota: Non scoraggiatevi se dopo un'ora e mezza la carne sembra dura come un baccalà! Io ero un po' scettica, ma continuando la cottura è diventata tenerissima! Questo è dovuto al fatto che è una carne molto magra.



lunedì 12 maggio 2014

Tante mandorle e un po' di crisi di identità

Dopo un breve viaggio in Italia pieno di amore e tanto buon cibo, io l'aspettavo al varco.
Tornata alla normale vita australiana, sarà un po' per la nostalgia di casa, la malinconia delle bellissime giornate passate con le persone a cui voglio più bene al mondo, sta di fatto che anche quest'anno eccola li: la mia dannata crisi di identità!
Ingegnere o food-qualcosa?!?
E come ogni anno la risposta è...si, il mio lavoro mi piace, qui a Sydney è super, MA...ma la passione per la cucina è viscerale, non riesco a darle un freno, MA...cosa fai molli tutto, poi per cosa?!?...ma, ma, ma e ma, eccheccavolo! Per favore qualcuno mi può dare la risposta a questo dilemma esistenziale?!

Nell'attesa di trovare una risposta che chissà se mai arriverà, ho deciso di rimettermi a scrivere questo mio diario e quale miglior motivo per farlo se non partecipare al contest di una delle più grandi (non in statura, ok, ma tra i 12 cm di tacco e il suo carattere da vera donna con gli zebedei, altro che alta...diventa altissima!!!) ed ammirate blogger, la dolcissima Ste!
Poi mettici pure che a me le mandorle piacciono un sacco ed ecco che come fai a dire di no ad un contest così :)!

Dopo mesi di "inattività" un po' in cucina e soprattutto da blogger, mannaggia quanto è difficile farsi venire idee interessanti.
Ed eccomi li ad arrovellarmi per trovare qualcosa che possa essere all'altezza e, pensa che ti ripensa, ecco a cosa sono approdata...

Se il tema è "per un pugno di mandole", che mandole sia, dall'inizio alla fine. Magari un po' più di un pugno, ma mandole mandole e solo mandorle!

Ora, c'è da dire che l'Australia, per quanto la osanni sempre come un paese strafigo con buona cucina e ottimi ingredienti, sulle mandole mi cade un po', un po' tanto...
Mi ricordo che un anno fa, appena arrivata, avevo ritrovato sperdute in una tasca della borsa delle mandole di Avola - ecco, ora non chiedetemi cosa ci facessero delle mandole buttate a caso nella borsa, perché io lo so che anche voi nelle vostre borse avete cose che viaggiano con voi per mesi e anni, così, "perché non cambio mai la borsa perché almeno so che in quella ho già tutto quello che mi serve."...e a quanto pare, anche qualcosina di più di quello che serve!-. Tornado a noi, mi ricordo che assaggiando quelle mandorle dopo aver mangiato quelle australiane, ho subito pensato che ci fosse un abisso, che quelle si che erano mandorle, non quelle australiane che di mandorla hanno solo il nome e che in realtà sono dei pezzi di plastica molla a forma di mandorla grassa -si, perché sono più tondeggianti e paffutelle!

Detto ciò, non oso immaginare come questo dolce potrebbe essere delizioso se fatto con le mandole vere, quelle siciliane, le uniche che possano essere chiamate MANDORLE.

Anyway, se mandorla deve essere, che mandorla sia, in tutto e per tutto.

Una mousse di mandole che nella mia testa avrei voluto fare senza panna, ma per fare questo avrei dovuto avere il sifone -credo, ma che con un goccino di panna (pochissima!) prende quella cremosità, che vi dirò, male male non sta! Bisogna metterne pochissima, giusto il minimo indispensabile per rendere fluffy la "mousse" che ho fatto mettendo in ammollo per una notte le mandole, frullandole poi con dei datteri e un cucchiaio di malto di riso per ottenere una crema di mandole leggerissima. E per darle quel goccino di dolcezza in più ho aggiunto un cucchiaio di zucchero di canna integrale che ci ha regalato la mamma della mia dolce metà :).

Fatta la mousse ci vuole un po' di croccantezza e, oltre al semplice croccante di mandole, vuoi non fare un biscotto leggero fatto solo con mandole, albume, pochissimo zucchero e un pizzico di cannella che con il dattero ci va a nozze.

E con il tuorlo che avanza? Niente di meglio che una crema inglese all'arancia che "pulisce" il palato dalla cremosità della "mousse" e che trasforma il biscottino croccante in qualcosa di delizioso.
Ovviante la crema inglese fatta con il latte di mandola. Comprato direte -e sperate- voi...ma va?!? Perché rendersi la vita semplice quando ce la si può complicare per bene?!
E così eccomi a fare anche il latte di mandorla. Semplicissimo. 1 cup di mandorle in ammollo per 36 ore, scolate e frullare con 4 bicchieri (...facciamo 3! E ora vi spiego il perché!) di acqua.
Un'operazione di una semplicità disarmante se non fosse che la tenuta stagna del vostro food processor lascia il tempo che trova e vi ritrovate ad avere latte di mandola lanciato vorticosamente per tutta la cucina -_-! Ma come ciascuna di voi, mica mi faccio abbattere da una cosina così e alla fine, credo che un 3 bicchieri di acqua li dentro siamo rimasti per formare un super denso e mandorlosissimo latte di mandorla!
Le mandorle tutte sparasciate le ho poi messe in forno di modo che di asciugassero formando così la farina che ho usato per il croccante e i biscotti. Perché in cucina non si butta mai via niente :)!



Semplicemente Mandorle 


Per il latte di mandorla (non zuccherato):
1 bicchiere di mandorle con la pelle
3 bicchieri di acqua

Lasciare in ammollo le mandorle per 36/48 ore cambiando l'acqua ogni 12 ore. Quindi scolate le e mettetele nel frullatore con l'acqua e frullate finché le mandole saranno ridotte in poltiglia.
Se avete solo il robot da cucina frullate prima le mandole con un bicchiere d'acqua e poi aggiungete il resto dell'acqua.
Filtrate il tutto con un colino.
Le mandorle frullate potete poi disporle su una teglia e metterle in forno a 100 gradi finché non si saranno asciugate. Ecco li che avete la farina di mandorle. La mia è rimasta grossolana ed è come la volevo (perfetta sia per biscotti che per il croccante!)

Per il biscotto di mandorle:
1 albume
3 cucchiai di zucchero semolato fine
10 cucchiai di farina di mandorle
1/2 cucchiaino di cannella

Montate il bianco d'uovo con un pizzico di sale e quando fa i picchi aggiungete lo zucchero un cucchiaio alla volta. Quindi aggiungete la farina di mandorle e la cannella e mescolate il tutto finché non avrete ottenuto un composto omogeneo.
Rovesciate il composto su un foglio di carta da forno e copritelo con un secondo foglio e appiattite tutto con il mattarello fino a raggiungere 1mm di spessore.
Togliete il foglio superiore, trasferite su una teglia e infornate per 10 min a 200 gradi. Mettete il biscotto su una gratella e lasciatelo raffreddare leggermente. Sarà un po' mollo. Non spaventatevi. Togliete la carta da forno e trasferitelo sulla griglia del forno con la parte che era a contatto con la carta rivolta verso l'alto.
Fare cuocere a 100 gradi per 15 min e lasciate raffreddare nel forno. Diventerà croccantissimo.

Per la crema inglese all'arancia:
125 ml di latte di mandorla
1 tuorlo
3 cucchiai scarsi di zucchero
1 pezzetto di scorza d'arancia

Mettete a scaldare il latte di mandorla con la scorza senza farlo bollire.
Nel frattempo con una frusta montate il tuorlo con lo zucchero, quindi aggiungete il latte (anche la scorza) Mischiate bene di modo che il composto diventi omogeneo e rimettete sul fuoco basso continuando a girare con la frusta.
Quando si addensa (dopo 3 minuti circa) senza che bolla è pronta.
Trasferitela in una ciotolina, aggiungete una grattati a di scorza d'arancia e tenetela da parte.

Per il croccante:
3 cucchiai di zucchero semolato
3 cucchiai di farina di mandole (non fine o mandorle frullate grossolanamente)

Preparate sul piano di lavoro due fogli di carta da forno e il matterello.
In una casseruola dal fondo spesso fate sciogliere lo zucchero a fuoco medio. Quando diventa di colore ambrato (fate attenzione che non si bruci) - 3 minuti circa - abbassate il fuoco al minimo e aggiungete le mandorle. Girate bene di modo che si amalgamino al caramello. Fate colare il composto su un foglio di carta da forno, coprite con il secondo e stendetelo con il mattarello fino ad uno spessore di 2 mm. Riponete in freezer avvolto nella carta da forno e dopo 10 minuti -sarà solidificato- tagliatelo a pezzetti piccoli (2mm circa). Otterrete così una sorta di pralinato.

Per la mousse:
60 gr di mandorle con la pelle
3 datteri
1cucchiaio di malto di riso (o miele di acacia)
Panna montata q.b. (4 cucchiai colmi)
1 cucchiaio di zucchero di canna integrale

Lasciate in ammollo le mandole per una notte, quindi scolatele e frullatele.
Mettete in ammollo i datteri privati del nocciolo per 2 min in acqua bollente, quindi togliere la buccia e metteteli nel frullatore con le mandorle, aggiungete anche il malto di riso (o miele). Frullate il tutto e tenete da parte.
Montate la panna senza zucchero.
Prelevate 80 gr di composto di mandorle e aggiungetevi due cucchiai di panna. Mischiate energicamente. Aggiungete poi delicatamente gli altri due cucchiai di panna.
Incorporate il croccante (tenetene da parte un pochino per la guarnizione!) e mettete in un sac a poch dal beccuccio largo -di modo che i pezzetti di croccante passino...non come ho fato io che avendo quello piccolo, mi si sono inceppati -_-!

Montate il dolce:
mettete sul fondo senza essere troppo precise la crema inglese, poi un pezzo di biscotto rotto con le mani irregolarmente, un po' di mousse, un'altro pezzetto di biscotto più piccolo, la mousse, il biscotto e ancora un pochino di mousse. Mettete sopra la spolverata di croccante e...Enjoy!



Insomma, come primo post devo dire che mi sono difesa bene...è chilometrico mannaggia :)!

Con questa ricetta partecipo al contest di Ste "Per un pugno di mandorle":



Un bacino grandissimo a tutte e uno speciale a Ste, Benny e Vaty!!!