mercoledì 30 gennaio 2013

The English Starbooks: ultima puntata...

Lo dico o non lo dico?! Ma si dai, con voi non voglio avere segreti: l’ultima volta che ho mangiato una crema di asparagi è stato tanti tantissimi anni fa, quando avevo 15 anni a dir tanto ed era della Knorr, quelle “finte”, in busta (credo l’unica cosa “prefata” che mia mamma abbia mai comprato in vita sua!) e…mi piaceva tantisssssssssimo!!! Non dovevo dirlo, vero?! 

Bé, ormai il danno è fatto e la mia credibilità ai vostri occhi ha avuto un tracollo inarrestabile, MA eh si, perché c’è un MA, questo mio ricordo ha fatto si che non appena io abbia letto “Cream of Asparagus Soup” nel libro "The Unofficial Downtown Abbey Cookbook" che stiamo recensendo con le Starbookers, la mia mente sia tornata a quel sapore che all’epoca i piaceva tanto (che ormai non ricordo neppure lontanamente!) e…ho capito che all’epoca non capivo davvero un tubo perché questa si che è una figata di zuppa, non quelle prefatte nelle bustine! 

Meno male che si cresce :)! 

C’è però da dire che i tempi di preparazione variano giusto un pochino…un “molto” pochino: si parla di 10 minuti per quella “finta” e almeno un’ora e mezza! Eh si, la differenza c’è, ma il tempo impiegato è direttamente proporzionale al godimento che si ha quando si assaggia…provare per credere! 



Prima della ricetta scoprite cosa hanno preparato le mie compagne Starbookers:

Ale di Menuturistico: Decadent Chocolate Almond Cale with Sour Cream Icing
Roby di Lechategoiste: sweet cream scones
Stefy di Arabafelice: Mrs.Patmore's Rosemary Oat Crackers
Patty di Andante con gusto: Anna Bates's Chocolate Crumpets
Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Mrs Patmore's No-Knead Sally Lunn Bread with Warm Honey Butter
Ale di Ale only kitchen: Pie di pollo, porri e formaggio per il St. David's day
Cri di Vissi di cucina: Baked Cod with Parmesan Bread Crumbs

Ed ora eccovi la ricetta...

Cream of Asparagus Soup 
(Crema di Asparagi)
Per 4-6 persone: 
(io direi per 6-8 persone) 
685 gr di asparagi 
115 gr di burro 
1/2 cipolla gialla 
2 cucchiaini di sale kosher (io sale grosso)
6 cucchiai di farina (io maizena) 
125 ml di brodo vegetale (io sedano-carota-1/2 cipolla e sale grosso) 
750 ml di latte intero, scaldato 
1 cucchiaino di aneto secco 
1 cucchiaino di pepe bianco macinato 
2 cucchiai di tamari sauce (salsa fatta con la soia senza aggiunta di grano) 
165 ml di panna fresca 



1. Tagliate ed buttate il fondo degli asparagi (io non ci ho pensato subito, ma vi consiglierei di metterle nel brodo vegetale che dovete fare!). Tagliate le punte e tenetele da parte. (non lo dice, ma io li ho tagliati a pezzi). 

2. Scaldate li burro in una casseruola di medie dimensioni (direi che almeno 20 cm di diametro serve tutta, fate anche 24 cm!) su fuoco medio. Aggiungetevi gli asparagi, la cipolla (tritata finemente) e un cucchiaino di sale grosso. Cuocete per 10-12 minuti, mescolando frequentemente. 

3. Una volta che le cipolle saranno traslucide, spolverate che con la farina (io con la maizena setacciata!). Fate cuocere a fuoco molto basso per 6-8 minuti. 

4. Aggiungete lentamente il brodo vegetale (che avrete fatto prima del punto 1, aggiungo io!), mescolando continuamente, finché la zuppa non diventerà densa (avrà la consistenza di una besciamella con in mezzo gli asparagi). Lasciate raffreddare un po’. 

5. Aggiungete il latte. Usando un frullatore a immersione, frullate la zuppa rendendola una purea liscia. 

6. Scaldate pian piano la zuppa, aggiungete l’aneto secco, il pepe bianco e la tamari sauce. Non fate bollire! 

7. In una piccola ciotola, mischiate la panna con una tazza di zuppa. Fate attenzione a non aggiungere la zuppa troppo velocemente di modo da non formare grumi. Aggiungetela alla zuppa. 

8. Quando la zuppa si scalda, cuocete le punte degli asparagi in acqua bollente fino a quando saranno teneri, ma ancora verdi. Aggiungete alla zuppa. 

Nel libro consiglia, se si vuole, di mettervi qualche crostino, meglio se con un po’ di rosmarino. 

Io l’ho mangiata così, nature, ed era spettacolare! Di una bontà unica! 



Up: E’ deliziosa! Niente da dire: squisita! 

Down: qualche cosina qui è data per scontata, come ad esempio come fare il brodo, il fatto di tagliare gli asparagi e la cipolla. Cose ovviamente scontate per chi sa cucinare che sa leggere in modo critico le ricette, ma se si è alle prime armi si rischia di entrare in confusione! Ma è anche vero che queste ricette sono per un livello altino e non per un livello base. 

Anche qui sono rimasta un po’ scioccata dalla quantità di burro! E’ davvero tanto! Non è propriamente una zuppa leggera, tutt’altro, ma è davvero buona! Per questo vi dico che secondo me è per 6-8 persone e non per 4-6, altrimenti davvero, non si riesce a mangiare altro :)! 

L'Autrice si è persa un cucchiaino di sale per strada...è quello che io ho messo nel brodo :)!


Tiriamo le somme:
Questo libro mi è piaciuto moltissimo! Le ricette che ho fatto sono venute benissimo ed erano davvero buone! E ci sono un sacco di altre ricette che vorrei provare a fare. (Quando guardo quelle delle mie compagne di avventura mi dico:"Noooo...come mai non l'ho fatta io?!?!"). Indubbiamente è un tipo di cucina da prendere “a piccole dosi” per via della quantità di grassi che ci sono. C’è anche da dire che sono ricette della seconda metà del 1800 e come tali è giusto che fossero molto più ricche! 

Promosso a pieni voti!

lunedì 28 gennaio 2013

Basta poco per stupire!

Basta così poco per rendere un piatto semplice e veloce in una chiccheria che conquisterà voi e i vostri ospiti. 

Prendi una semplice tartare, e io che amo la carte cruda mi riferisco ad una tartare all’italiana, ovvero condita con sale, olio evo e limone (poco!), ancora meglio se battuta al coltello: fatta così, nuda e cruda, la carne sa di carne e non c’è scampo, o piace o non piace, ma nulla vi vieta di “vestirla” come fanno i francesi, con echalotte (scalogno) tritato finissimo, capperi, tabasco, olio evo, sale e pepe e tuorlo d’uovo crudo ovviamente (ma anche li qualcuno potrebbe storcere il naso…omettetelo, no worries!). 

Torniamo a noi, una tartare condita con olio evo, sale e poco limone, la croccantezza data dalle mandorle a lamelle tostate e dai carciofi tagliati fini fini conditi anch’essi con olio sale e limone e un cucchiaino di burrata per dare la cremosità e grassezza che manca al piatto, qualche scorzetta di limone per ripulire la bocca dal sapore della carne cruda e dalla “burrosità” della burrata e il gioco è fatto! E l’idea in più?!?!… Metterla in un vasetto Quattro Stagioni per creare delle porzioni individuali pratiche e d’effetto…che ve ne pare?! 


Tartare in vasetto


Per 4 persone: 
200 gr di carne di vitello macinata 
2 cucchiai di mandorle a lamelle 
2 carciofi 
1 burratina (o stacciatella) 
sale fino 
olio evo 
limone 
4 vasetti Quattro Stagioni da 125 ml 



Private i carciofi delle foglie più esterne, tagliate la parte della foglia con le spine (circa 1/3) della lunghezza delle foglie), divideteli a metà, togliete la barba interna e metteteli in acqua acidulata con mezzo limone per 5 minuti. 

Intanto condite la carne macinata con 2 cucchiai di olio evo, sale e limone a piacere (assaggiatela!). 

Fate tostare le mandorle a lamelle in una padella antiaderente a fuoco medio per 3-4 minuti scuotendole di tanto in tanto di modo che non si brucino. Quando saranno dorate trasferitele in un piatto, fatele raffreddare e tenetele da parte. 

Asciugate i carciofi e affettateli sottilmente: il taglio deve essere fatto in modo da avere sempre parte del gambo e delle foglie. Conditeli con 2 cucchiai di olio evo, sale e limone. 

Aprite la burratina e dividetela in 4. 

Montate la tartare nei vasetti disponendo le mandorle sul fondo, poi la carne, i carciofi e la burrata. Completate con la scorza di limone grattugiata o tagliata al coltello facendo attenzione a prendere solo la parte gialla.


Semplice, vero?!

giovedì 24 gennaio 2013

Come nasce una ricetta…


Per creare una ricetta ci vuole il “la”, un ingrediente che incuriosisce, un’occasione speciale, una sfida, in questo caso un contest, una delle cose più belle che ci siano nella blogsfera! 

Limitare la fantasia porta sempre alle creazioni migliori. Mi spiego meglio: aver dei paletti, un ingrediente, un colore, un piatto preciso da rivisitare, un’intolleranza da dover assecondare, insomma, tutto ciò che limita il nostro estro creativo, o meglio, lo convoglia precisamente verso questo o quell’obiettivo, è esso stesso la base per la creazione di un piatto dai sapori inaspettati, a volte arditi, ma il più delle volte azzeccato. 

Non per altro chi ama cucinare di solito adora il momento “frigo mezzo vuoto” perché è li che ci si sbizzarrisce, si pasticcia, si inventa, si crea…ci si diverte e ci si mette alla prova! 

E il mio “la” è stato il Contest “Un dolce al mese” di Morena di Morena in Cucina, al quale, finalmente (anche se super al limite!) riesco a partecipare dopo qualche mese di latitanza! Il tema di questo mese ha messo in moto i neuroncini: CIOCCOLATO FONDENTE! 

Ho avuto subito un’idea (che pubblicherò a breve!), ricordandomi cosa mi aveva suggerito di provare a fare una delle proprietarie del negozio più bello del mondo, la drogheria più antica di Genova, Torielli, poi però…. 

…poi però Roberto dell’Azienda Agricola Prunotto Mariangela (si esatto, proprio quella del Contest!) mi ha omaggiata con un po’ dei loro deliziosi prodotti, tra cui le CILIEGIE SCIROPPATE: una delizia! Sembrano appena raccolte dall’albero! Un peccato però finirle così senza farvele conoscere e così l’idea…PERCHE’ NON RIVESTIRLE DI CIOCCOLATO? 

E poi la domanda…e il nocciolo? 

E così ho ripensato alla prima idea, adattandola a questa, decisamente migliore e più originale…ci voleva qualcosa di piccolo da mettere al posto del nocciolo…un PISTACCHIO!!! Ma messo così, nudo e crudo?! No!!! TOSTATO e CARAMELLATO

E così ecco come sono nati i...


Le idee hanno bisogno del loro tempo…la fretta in cucina non aiuta mai…è un momento che dobbiamo goderci, è il nostro momento, la nostra terapia contro lo stress di tutti i giorni…E’ ovvio che io non mi riferisca alla sera quando arrivate a casa trafelate dopo una giornata iniziata elle 8 e finita alle 20 (quando va bene!) in cui vi siete divise tra lavoro, casa, palestra, spesa, bimbi, blog (si, perché se siete matte avete anche un blog che è “peggio di un lavro!”) e le altre mille cose che una donna riesce a fare in 12 ore…certo, la sera si cucinano cose semplici e veloci, ma io credo che comunque ciascuna di noi riesca a isolarsi dal resto del mondo in quei 10 minuti in cui è nella propria cucina, nel proprio regno. 


Cioccolatini di ciliegie con  sorpresa


Pistacchi di Bronte sgusciati 
Cioccolato fondente 75% Venchi 
Burro 
Zucchero semolato 
Porto 



Preparate il caramello mettendo 5 cucchiai di zucchero in un pentolino e un cucchiaio di acqua. Fate cuocere a fuoco medio finché lo zucchero non sarà completamente sciolto e di colore ambrato. 

Nel frattempo scaldate una padella antiaderente e fatevi tostare i pistacchi girandoli di tanto in tanto. 3 minuti saranno sufficienti. Metteteli in un piatto e teneteli da parte (se li assaggiate subito saranno caldissimi e mollicci, sono gli olii contenuti all’interno che scaldandosi li rendono mollicci. Una volta freddi saranno croccanti!). 

Preparate un foglio di carta da forno sul piano di lavoro. 

Quando il caramello è pronto, toglietelo dal fuoco e immergetevi uno per volta i pistacchi aiutandovi con due cucchiaini. Disponeteli sulla carta da forno. 

Mettete a sciogliere a bagnomaria il cioccolato (100 gr) con 1 cucchiaio di Porto (potete ometterlo!) e 10 gr di burro. 

Intanto prendete le ciliegie, tamponatele con carta assorbente, incidetele e togliete il nocciolo dall’interno. 

Inserite al posto del nocciolo il pistacchio caramellato e tuffate la ciliegia ricomposta nel cioccoalto aiutandvi con due cucchiaini. Disponete i cioccolatini così ottenuti sulla carta da forno. Riponete in frigo per mezz’ora. 

Nota: se avete una gratella verranno ancora più precisi, ma anche fatti così, home made in tutto e per tutto sono spettacolari!!!




Con questa ricetta partecipo al contest di Morena di Morena in cucina:



mercoledì 23 gennaio 2013

Starbooks...oggi mi sento dolce!

Ormai lo ho capito, gli inglesi in cucina hanno bisogno dei loro tempi e per fare i dolci i tempi non si accorciano per niente, ma il risultato poi è sorprendente! 

Mai fatta una torta frangipane in vita mia pur avendo sempre voluto provare e così appena ho visto questa torta non ho potuto che buttarmici a pesce e rompere le scatole alle mie colleghe Starbookers pregandole di avere il nulla osta per farla, e così è stato!!!



Il libro non riporta immagini, il che per alcuni mi rendo conto potrebbe essere un punto in sfavore e non vi nego che anche io li per li ero un po' perplessa, ma vi assicuro che le ricette sono spiegate con tale precisione da non permettere (né favorire!) errori. E poi volete mettere la sorpresa a ricetta ultimata?! Diventa tua, punto e basta, senza cercare di copiare quella dannata immagine patinata che vedi sulle pagine del libro. Ogni passo è una scoperta e l'autrice ti accompagna a braccetto, passo dopo passo! Quindi, no worries se non vedete le immagini, la riuscita è assicurata!

Ok, una pecca questo libro la ha, lo ammetto, ed è sempre la stessa: le unità di misura in cup, teaspoon e via dicendo. Sono una menata scocciatura, pardon. Fare la ricetta con tabelle di conversione e calcolatrice alla mano non è davvero il massimo, ma se poi il risultato è come questa torta, bé, si passa anche sopra questa “insormontabile fatica”. 

Prima della ricetta ecco cosa hanno preparato per voi le mie strepitose compagne di avventura:

Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Saxe-Coburg Soup
Cri di Vissi d'arte e di cucina: Patate con caviale e crème fraîche
Stefy di Arabafelice: Sweet Brown Sugar Shortbread
Roby di Lechategoiste: Crisp chestnut soup
Dani di Menuturistico: Eccles Cakes
Ale di Ale only kitchen: Biscotti Digestive al cioccolato
Patty di Andante con gusto: Mr's Bates Chicken and Mushrooms Pie


Traditional Bakewell Tart 

Per la base: 
120 gr di farina (io 60 gr di farina di riso e 60 gr di farina di mais) 
35 gr di mandorle tritate 
150 gr di burro a pezzetti 
45 gr di zucchero 
1 tuorlo d’uovo 
1 cucchiaino di estratto di mandorla (io lo ho omesso) 
2 cucchiaini di acqua fredda 
1 albume di un uovo grande 

per il ripieno:
4 cucchiai di marmellata di ciliegie (lampone, o fragole) 
225 gr di burro 
190 gr di zucchero 
3 uova grandi a temperatura ambiente (sbattute) 
1 tuorlo di un uovo grande 
100 gr di mandorle tritate 
scorza di una clementina (mandarino) 
scorza di un limone 
2 cucchiai di mandorle a lamelle 
zucchero a velo per decorare 



1. In un largo recipiente, mescolate insieme la farina, le mandorle tritate, il burro e lo zucchero. Lavorate finché il composto non assomiglia a delle briciole di pane. Aggiungete il tuorlo d’uovo, l’estratto di mandorle e l’acqua fredda e lavorate insieme finché il composto non inizia a stare insieme. 

2. Appiattite l’impasto in un disco largo e coprite con pellicola trasparente. Raffreddate per non più di 1 ora. Togliete dal frigo e stendete l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata. Tiratelo fino ad uno spessore di circa 3 mm. Disponetelo su una teglia di media grandezza (io ho usato una teglia da 24 cm) e bucherellate la base con i rebbi di una forchetta. Mettete in frigo per 15 minuti. 

3. Preriscaldate il forno a 180°C. 

4. Coprite la base della torta con della carta da forno e riempitela con dei fagioli secchi (io ho omesso anche questo passaggio, ma la frolla non si è gonfiata, ma probabilmente perché è senza glutine!). Cuocete nel forno preriscaldato per 20 minuti o finché non sarà lievemente dorata. Togliete i fagioli secchi e spennellate leggermente la base con un bianco d’uovo, quindi fate cuocere per altri 3 minuti. Lasciate raffreddare un po’. 

5. Spalmate la marmellata in uno strato uniforme sulla base dela torta. 

6. Mischiate burro e zucchero insieme fino ad ottenere una crema (io ho usato le fruste), quindi aggiungete una a una le 3 tre uova e il tuorlo sbattuti. Aggiungete le mandorle tritate e le scorze della clementina (mandarino) e del limone. Facendo attenzione aggiungete a cucchiaiate il composto sulla marmellata creando uno strato uniforme. Cuocete la torta per 15-20 minuti, quindi coprite la superficie con le mandorle a lamelle e cuocete per altri 20 minuti finché la torta non sarà sia soda che dorata. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente, quindi cospargetela di zucchero a velo e servite. 

Mie note: io ho dovuto aggiungere un po’ di farina perché tra burro e liquidi l’impasto risultava un po’ molliccio. Non so però se sia dovuto alle farine senza glutine o meno. Anyway, con un pochino di farina in più ho risolto tutto. La frolla non è molto dolce perché il ripieno lo è parecchio: si compensano perfettamente! 



Curiosità: questa torta tradizionale era adatta non solo agli aristocratici di Downtown Abbey, ma anche alla servitù, proprio grazie al fatto che era un dessert della tradizione servito in svariate occasioni.

La leggenda narra che nei primi anni del 1800 la proprietaria di una locanda nella città di Bakewell nel  Derbyshire, diede istruzione per realizzare la sua torta con la marmellata. Il cuoco dimenticò le istruzioni, e voilà, la Bakewell Tart fu creata!

Up La torta è stata un successone! Buonissima! 
Bella l’idea di spennellare con l’albume la base: forma una crosticina che rende “impermeabile” la frolla. 
Procedimento spiegato perfettamente! 

Down  La quantità di farina per la pasta frolla, come ho scritto nella nota, mi sembra un po’ pochina, ma forse è dovuto al fatto di utilizzare farine senza glutine. 
Scrivere “teglia di media grandezza” è un po’ ambiguo anche perché l’impasto, sia per la frolla che per il ripieno è bello abbondante. (una teglia da 24 con un bordo bello alto va benissimo!).

lunedì 21 gennaio 2013

I pici per la Patty

Ieri ho piciato! 
Ma che avete capito?!?! Niente di sconcio, lo giuro! 
Ma si, “ho piciato” significa “ho fatto i pici!”
Se non sapete cosa sono, no worries, anche io lo ho scoperto da poco grazie al MTC che questa volta ha come giudicessa eccezionale la strapitosa Patty

E comunque i pici sono un tipo di pasta contadina, una pasta povera fatto solo con acqua, farina e olio extravergine di oliva, la dolcissima Patty li definisce “gli antenati degli spaghetti” e ne ha tutte le ragioni. Ecco, si, forse i miei sono più gli antenati dei bucatini senza buco, ma poco importa, per noi sglutinate la sfida è far stare insieme queste belin di farine (e passatemi il francesismo!). 



Meno male che la mia Maestra Gaia mi ha illuminata e ho copiato papale papale la sua ricetta e i pici sono venuti alla prima! Che soddisfazione! 
Certa che la sua ricetta non avrebbe nascosto brutte sorprese mi sono concentrata sul condimento, e li, mi sono davvero sbizzarrita!!! 

Una salsiccia di agnello sambucano in freezer acquistata al Salone del Gusto che reclamava l’utilizzo e la mia voglia ormai incontenibile di mangiarla mi hanno dato il la per questo ragù bianco. Ora, lo so che non bisogna lodarsi troppo perché chi si loda si imbroda, ma porca paletta, questo ragù era da urlo! Rischio di “imbrodarmi” e me ne frego: era Spaziale! 

Salsiccia d’agnello sbriciolata, rosolata a fuoco vivo con uno spicchio d’aglio intero e dei semi di finocchietto, l’aggiunta del mio adorato cavolo nero tagliato a listarelle, sfumato con il vino e via lasciato cuocere per poco più di dieci minuti. 

La salsiccia d’agnello è molto magra, che fare allora per rendere il sughetto cremoso?! Panna?! Giammai! Neppure passato per l’anticamera del cervello! 

Fagioli cannellini (lo ammetto, ho usato quelli cotti al vapore…il tempo è sempre tiranno, anche per l’MTC! Almeno finché la Ale non si decide a regalarmi almeno 2 0 3 orette della sua giornata. Si, perché ormai è assodato, le sue giornate durano 48 ore. Non lo dite a nessuno, ma è così, ne ho le prove!) messi in una casseruola con un filino d’olio evo, una stecca di cannella e uno spicchietto d’aglio intero, sale, pepe bianco e un pochino d’acqua. In 10 minuti sono più che pronti. Passo tutto al passaverdura e unisco questa purea al ragù. 

A T O M I C O! 
Buono da paura! (“imbrodata” definitivamente! I know!).

E ora, dopo tutta questa auto-sviolinata vi scrivo la ricetta: 

Pici con ragù d’agnello sambucano, cavolo nero e fagioli cannellini


Per i pici vi rimando alla ricetta di Gaia. Non ho cambiato una virgola! 




Per il condimento:
per 4 persone: 

Per il ragù: 
400 gr di salsiccia di agnello Sambucano (presidio slow food) 
1 spicchio d’aglio intero sbucciato 
2 cucchiai di olio evo 
2 cucchiaini di semi di finocchio (o di più se vi piace) 
1 mazzo di cavolo nero 
vino bianco per sfumare (se avete del Traminer è perfetto!) 
sale fino q.b. 

per la crema di cannellini: 
250 gr di fagioli cannellini cotti al vapore 
1cucchiaio di olio evo 
1 spicchio d’aglio intero sbucciato 
1 stecca di cannella sale 
q.b. pepe bianco q.b. 



Per il ragù: 

Togliete la salsiccia dal budello e tagliatela grossolanamente. 

Pulite il cavolo nero prendendo solo le foglie togliendo tutte le coste (basta partire dalla base della foglia e tirare e se è fresco la foglia si stacca senza fatica). Lavatelo e tagliatelo a listarelle di mezzo cm. 

In una casseruola mettete l’olio evo e lo spicchio d’aglio. Fate scaldare 1 minuto di modo da far insaporire l’olio. Mettete la salsiccia e fatela rosolare a fuoco vivo cercando di spezzettarla con un cucchiaio di legno. 

Quando sarà colorita, 3-4 minuti, aggiungete il cavolo sempre mantenendo il fuoco vivo e sfumate il tutto con un po’ di vino bianco (1 dito in un bicchiere da acqua). Quando è evaporato, abbassate la fiamma e aggiungete 2/3 di bicchiere di acqua calda, coperchiate e fate cuocere per 10-12 minuti. 

Per la purea di cannellini: 

A parte mettete l’olio evo con la cannella e l’aglio in una casseruola. Quando è caldo e avrà preso i profumi di aglio e cannella, aggiungete i fagioli (io ho usato quelli precotti al vapore, scolati e lavati). Fateli insaporire nell’olio, salate, pepate e aggiungete mezzo bicchiere d’acqua. 
Fate cuocere con il coperchio per 10 minuti o finché l’acqua non sarà ridotta della metà. Passate tutto al passaverdura per eliminare le bucce dei fagioli. Aggiungete la purea al ragù. 

Mettete a bollire abbondante acqua in una pentola capiente. Salatela abbondantemente (i miei pici sglutinati sono un po’ sciapi, ma è normale con la pasta senza glutine) e buttate i pici, muoveteli con una forchetta e vedrete che verranno a galla praticamente subito. Fateli cuocere ancora qualche minuto, scolateli e passateli nel condimento. 

Nessun impiattamento! E’ un piatto povero e come tale si mangia così, semplicemente messo nel piatto senza tanti fronzoli! 



Questo condimento è pensato ad oc per te Patty, per celebrare la tua adorata Toscana e i suoi deliziosi prodotti, semplici e saporiti. La salsiccia d’agnello sostituisce la vostra salsiccia di Cinta Sense dando un sapore diverso, ma davvero equilibrato. Questo piatto è pensato per te, una donna dolcissima, una food blogger strepitosa, precisa, corretta e umile, un’amica preziosa che mi ha saputo consigliare nel migliore dei modi in uno dei momenti più delicati della mia vita. Avrei voluto dividerli con te! 


L’agnello Sambucano è un presidio Slow Food. La pecora Sambucana è originaria della Valle Stura, in provincia di Cuneo. Si alimentano con foraggi freschi o secchi prodotti in loco. Gli agnelli si nutrono di latte materno con integrazioni di foraggio e cereali fioccati. La carne d’agnello sambucano ha un gusto delicato, è compatta, sapida, saporita e magra. Se la trovate, provatela, anche se non siete amanti dell’agnello perché non ha per niente il sapore un po’ “selvatico” che è di solito ciò che non piace di questa carne.


Ovviamente, con questa ricetta partecipo all'MTC di gennaio:



venerdì 18 gennaio 2013

Biscottini che stanno insieme per miracolo...


Far stare insieme una pasta frolla senza glutine e senza uova è sempre un' impresa, ma se decidi improvvisamente di farla e in frigo hai solo del burro, è gioco forza, la frolla si fa senza uova. Punto. E a parte il fatto che risulta un po' più "franabile" cit. -friabile- è deliziosa anche perché ovviamente è un po' più burrosa...se no come le tengo insieme quelle caspita di farine :)!

A questa frolla aggiungi la bontà della confettura extra di albicocche dell'Azienda Agricola Mariangela Prunotto e il successo è garantito!

Franabili o no, i biscotti sono piaciuti a tutti e questo è l'importante! A volte mi rendo tristemente conto che il sapore delle cose con il glutine è ormai un lontano ricordo :( e così avere un giudizio oggettivo sui sapori diventa sempre più complicato. È per questo che "sfrutto" sempre delle "cavie glutinose": sono loro il mio metro di giudizio! 

Biscottini con frolla di mais senza uova e confettura di albicocche 

Per una ventina di biscotti: 
30 gr di mandorle a lamelle tostate 
60 gr di farina di mais fioretto 
60 gr di farina di riso 
45 gr di burro salato a temperatura ambiente 
45 gr di burro a temperatura ambiente 
65 gr di zucchero a velo vanigliato 



In una ciotola sbriciolate le mandole con le mani, aggiungete le farine, lo zucchero a velo e il burro a dadini. Impastate tutto formando delle briciole, quindi rovesciatele sul piano di lavoro e lavoratele velocemente fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Formate un panetto, schiacciatelo e rivestitelo con la pellicola trasparente e riponetelo in frigo per mezz’ora. 

Rivestite una teglia con carta da forno. 

Riprendete l’impasto, lavoratelo velocemente e stendetelo dello spessore di 3 mm e con lo stampino apposito ritagliate la base e disponetela sulla carta da forno. 

Mettete su ciascun biscotto metà cucchiaino di marmellata. 

Ritagliate il secondo strato del biscotto con il buco in mezzo e disponetelo a chiudere i biscotti con la marmellata. 

Mettete in frigo per 15-20 minuti. 

Accendete il forno a 160°C (ventilato) e quando è a temperature infornate i biscotti. Fateli cuocere per 12-15 minuti o finché non saranno dorati in superficie. 



Sono biscotti molto friabili, merito del burro e delle farine senza glutine…si sciolgono in bocca! 

Vi ricordo anche oggi il mio nuovo Contest in collaborazione con l'Azienda Agricola Mariangela Prunotto e con il super special guest lo Chef Claudio Sadler in veste di giudice!



mercoledì 16 gennaio 2013

Le Starbookers sono tornate...English time!

Ma chi l’ha detto che gli Inglesi non sanno cucinare?! 

Mmm…in realtà io lo ho detto un sacco di volte, ma solo perché è un luogo comune, anzi, comunissimo! Ed invece è sbagliatissimissimo!!! Eccome se sanno cucinare e lo sanno fare anche molto bene! 

Ho sempre ammirato molto gli inglesi, mi piace il loro modo di approcciarsi alla vita, la loro organizzazione e il loro sapersi distinguere sempre e comunque, in tutto e per tutto. Mi hanno sempre dato l’idea di essere persone precise e meticolose e questa idea che avevo di loro l’ho vista concretizzarsi mentre ero ai fornelli, preparando le ricette di “The Unofficial DOWNTOWN ABBEY COOKBOOK” di Emily Ansara Baines per l’appuntamento più atteso della blogsfera: lo Starbooks (si, va bene, forse ho esagerato, ma ci stava!!!). 



Mentre nelle ricette americane (tra l'altro lei è Californiana, mha, il collegamento con l'Inghilterra mi sfugge un po'!) si legge una cosa del tipo “prendi tutti gli ingredienti e sbattili dentro ad una ciotola, mischia tutto e dadaaannnn ecco fatta la ricetta!”, buonissime, per carità, ma un po’ più “approssimative”, passatemi il termine e decisamente più “fast”. 

Invece, anche solo leggendo le ricette, si avverte subito la perizia nel preparare questo e quell’ingrediente, l’attenzione riposta nel precisare ogni minimo passaggio: mi ha dato l’idea di una cucina rilassante, che richiede tempo e pazienza, della serie “se non hai tempo è inutile che ti metta ai fornelli!” Cucinare è per loro un rito, qualcosa di sacro. 

E così mentre preparavo questi tramezzini, mi sentivo un po’ english e mi è piaciuto un sacco, mi sono sentita nel mio. Io, sempre precisina in cucina, mi sono ritrovata pienamente nel loro style mentre farcivo con estrema perizia i loro adorati sandwiches, da servire rigorosamente durante il tea time

Eh si, perché loro non sono come noi, o meglio, non sono come tutte le persone “normali” che con il tè mangiano biscotti e torte, NO! loro mangiano i tramezzini! Scelta discutibile, ma comunque caratterizzante del loro modo di essere e di vivere. 

E non fate l’errore di pensare che questi tramezzini siano più light di una fetta di torta o di un biscotto…la quantità di burro che c’è all’interno è senza alcun dubbio paragonabile a quella presente in un dolce! Eh si, perché gli Inglesi non vanno tanto per il sottile: burro come se piovesse! Che, figuriamoci, è buonissimo e sta strabene in tutto quello che fanno, ma diciamo che dopo un pasto English Old Style il vostro colesterolo potrebbe raggiungere picchi di estasi mai raggiunti prima! 




In realtà questi tramezzini li ho preparati come aperitivo per un pranzo English dall’inizio alla fine (non vi dico quanti panetti di burro ho usato se no rabbrividite!) e sono piaciuti da impazzire! Tutti spazzolati, dal primo all’ultimo! E i commensali non erano persone abituate o avvezze ad assaggiare cose “particolari”, ma ci si sono tuffati a pesce, questo significa che sono davvero deliziosi! 

Prima delle ricette ecco cosa hanno preparato le mie super compagne Starbookers:

Ale di Menuturistico: Edwardian Tikka Masala Chicken
Ste di Arabafelice in cucina: Creamy Russet Leek Soup
Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Crispy Roast Duck with Blackberry Sauce
Cri di Vissi di cucina: Classic Vanilla Rice Pudding
Roby di lechategoiste: filet mignon con foie gras e salsa al tartufo
Ale di Ale only kitchen: Soupe à l'Oignon
Patty di Andante con gusto: The grief apple tart


Ed ora passiamo alle ricette:

Mrs.Isabel Crawlwy's Smoked Salmon Sandwich 


per 3 dozzine di sandwiches 
454 g di burro non salato 
1 cucchiaio e mezzo di erba cipollina 
1 cucchiaio e mezzo di aneto fresco 
1 cucchiaino di aglio, tritato 
2 cucchiaini di succo di limone, fresco 
2 cucchiaini di sale 
1/2cucchiaino di pepe, macinato di fresco 
una pagnotta e mezzo di pane integrale, tagliato a fette dello spessore di 1/4 di pollice 
1 libbra e mezzo (circa 700 g, scarsi) di salmone affumicato,a ffettato sottile 

In una terrina, mescolare il burro con l'erba cipollina,l'aneto, l'aglio, il succo di limone, il sale e il pepe. Sbattere fino a quando gli ingredienti si sono incorporati, senza montare con le fruste. 

Sistemare le fette di pane, cospargerle col burro e sistemare il salmone solo su una metà di esse. Coprire con le altre, ovviamente sovrapponendo la parte imburrata sul salmone. Sistemare i sandwiches in un vassoio, coprire con pellicola trasparente e mettere in frigo per 35 minuti, fino a quando il burro si sarà nuovamente indurito. 

Trasferire i sandwiches su un tagliere: tagliar via i bordi con la crosta, poi tagliarli in diagonale, per due volte, in modo da ottenere dei piccoli triangoli. Servire freddi.

Classic Cucumber sandwich 


per 10- 12 sandwiches 
240 gr di cream cheese, tipo philadelphia 
75 gr di maionese 
1 cetriolo medio, pelato, privato dei semi e affettato molto sottilmente 
1/4 cucchiaino sale all'aglio 
1/2 cucchiaino di pepe bianco 
1 cucchiaio di aneto fresco, tritato 
24 fette di pane bianco 
12 rametti di aneto, per decorare 

Montare il formaggio e la maionese con le fuste, fino a quando saranno morbidi. Unirvi il sale all'aglio, il pepe bianco e l'aneto. spalmare questo composto su 12 fette di pane e guarnire con i rametti di aneto  e aggiungere il cetriolo, coprire con le restanti fette, per formare dei sandwiches. Tagliare la crosta del pane, poi tagliare le fette in quarti. 



Mie note: 
- io ho omesso aglio e sale all'aglio perché altrimenti il mio papà mi sarebbe stramazzato al suolo e, anche se non è nell'etica dello Starbooks, ho preferito evitare di ucciderlo! Devo dire che nonostante questa mancanza, che dà certamente un po' di verve ai tramezzini, erano divini!!! 
- non avendo trovato il cetriolo fresco ho usato i cetriolini  sott'aceto ed erano buonissimi! Sono sicura che però con il cetriolo fresco siano un'altra cosa...proverò al più presto! Ma ho preferito usare quelli sottaceto piuttosto che non mettere la ricetta :)!
Il burro c’è e si sente, ma è quello il buono: che tramezzino al salmone sarebbe senza del burro?! 


In sunto:
Up: tutto!!! Mi sono piaciuti un sacco! E anche l'aneto, che non avevo mai utilizzato, da la giusta  freschezza che contrasta con la burrosità burrosa del burro! 
E poi la cremina di philadelphia e maionese è divina!
Down: niente! 

Primo round promosso a pieni voti. Nessun appunto, nessun “se” e nessun “ma”. Mi sono piaciuti e li rifarò e la prossima volta li mangerò come accompagnamento al tè delle 5 p.m., tiè! Più English di così si muore ;)!

Approfitto, con il nullaosta delle mie colleghe, di questa vetrina per ricordarvi il mio nuovo contest "Dolcemente Salato":


lunedì 14 gennaio 2013

Il nuovo imperdibile Contest Dolcemente Salato

Metti insieme un'azienda seria i cui prodotti sono uno più buono dell'altro e un grande, ma che dico grande, un grandissimo e geniale Chef e non può che venirne fuori qualcosa di strepitoso e imperdibile. 

Ora vi spiego meglio... 

L'Azienda Agricola Mariangela Prunotto di Alba produce bontà di ogni tipo partendo dai loro prodotti coltivati secondo il metodo dell’Agricoltura Biologica Sostenibile. 
Confetture, composte, gelatine, frutta sciroppata, miele, conserve, sughi e salse, tutto di primissima qualità e prodotto con amore e passione. 
Ci credete che ogni volta mi ripropongo di provare una ricetta con i loro prodotti, ma alla fine li mangio così, a cucchiaiate, perché sono di una bontà sorprendente: sanno di “vero” ed è così raro ormai trovare prodotti di qualità così elevata che quando si hanno tra le mani non si riesca a resistere! 

Lo Chef Claudio Sadler in realtà non ha bisogno di grandi presentazioni, perché già solo il suo nome dice tutto: un grandissimo chef che tiene alto il nome della cucina italiana all over the world, una persona squisita, disponibile, serissima nel suo lavoro, ma estremamente "alla mano" e divertente al di fuori: è una meraviglia trovare ancora persone che nonostante il grande successo non si montino la testa!!! Se non siete ancora andati a trovarlo in uno dei suoi ristoranti a Milano, andate al più presto, cenare da lui non è semplicemente "mangiare", è molto di più, è "un'esperienza" ed è quello che spesso ricerca chi ama il buon cibo cucinato sapientemente.

Ecco, fatte le dovute presentazioni, a voi l'invito... 


L'Azienda Agricola Mariangela Prunotto 
Il pluristellato Chef Claudio Sadler 
E Arricciaspiccia 

Sono lieti di invitarVi a partecipare al Contest:

"Dolcemente Salato"
R.s.v.p. 



Ecco come funziona questa volta: 

Da oggi fino al 3 Febbraio dovrete mandare una mail a me ema.arricciaspiccia@gmail.com, con in copia  info@mprunotto.com  con oggetto: "Contest Dolcemente Salato" nel quale indicherete il vostro indirizzo (nome-cognome / via - num civico - interno / cap / città / nazione) e il nome del blog (o il link, come preferite!) e riceverete 4 prodotti dell'azienda Mariangela Prunotto! 

Ho pensato che farvi avere i prodotti fosse il modo migliore per farvi conoscere le bontà di questa Azienda e assaggiarli direttamente vi permetterà di inventare ricette più facilmente...spero ne siate felici! 

Ecco cosa troverete nella vostra boîte magique

Le regole: 

- che ricetta fare? la ricetta dovrà essere salata* (antipasto, primo, secondo, finger food...) e dovrà contenere uno dei prodotti che troverete nella boîte magique

- che ricette valgono? ovviamente valgono solo ricette pubblicate dopo l'inizio del contest (senza prodotti potete fare ben poco!) 

- chi può partecipare? possono partecipare tutti, sia chi possiede un blog, che dovrà lasciare un commento a questo post, sia chi si diletta in cucina e non ne ha uno. Questi ultimi dovranno mandarmi una mail a ema.arricciaspiccia@gmail.com con oggetto "Contest Dolcemente Salato-ricetta". 

- Con quante ricette partecipare? Con quante ricette volete, con un massimo di 8 (2 per prodotto) e ovviamente con un minimo di una! Non vale ricevere i prodotti e non partecipare eh :)! 

- Cosa fare? dovrete pubblicare nella barra laterale del vostro blog e nel post dedicato alla ricetta il banner che trovate qui sotto:



- diventare fan della pagina fb di Mariangela Prunotto e, se avete l’account, seguirli su twitter @prunottom. Diventare miei followers sta a voi, nessun obbligo :)! 

Condizioni: 
- le vostre ricette verranno pubblicate anche sul sito di Mariangela Prunotto nella sezione ricette a loro discrezione. 

Premi: 
Verranno premiate 4 ricette, una per ogni prodotto utilizzato. 
Il premio sarà una fornitura di prodotti dell'azienda Prunotto!!! 

E poi verrà proclamato il vincitore mega galattico scelto direttamente dallo Chef Claudio Sadler! Il premio, in questo caso, è l'onore di esser stati scelti come gli ideatori della ricetta più apprezzata da uno Chef geniale come Claudio! 


Avete già pronta la mail con l'indirizzo da inviarmi?!? 
Vi aspetto numerosissimi! 


* Anche questa volta non avrete la limitazione del “senza glutine” perché sarebbe stato complicato “costringervi” a preparare ad esempio pasta fresca o lievitati gluten free. Vi chiedo solo un piccolo accorgimento (è semplicemente un favore personale in realtà!): se per caso voleste fare, che ne so, delle scaloppine, infarinare la carne o il pesce o legare una salsa, insomma tutto ciò che solitamente fate con la farina 00, fatelo con maizena o fecola di patate che sono certa tutti abbiate a casa! Così la quantità di ricette senza glutine aumenterà a vista d’occhio! 

Bastano piccoli accorgimenti per rendere una ricetta gluten free e questo si sposa perfettamente con i prodotti dell’Azienda Agricola Prunotto che vengono preparati con materie prime naturalmente prive di glutine, pertanto sicure e adatte a qualsiasi soggetto celiaco! Un ulteriore punto a favore di questa serissima Azienda!

venerdì 11 gennaio 2013

Un dolcino ce lo concediamo?!

Dieta dieta dieta e dieta e che pizza con sta dieta! A volte sgarrare fa bene (autoconvincimento!) e mai come nel week end uno strappo alla regola è più che lecito, ma senza esagerare altrimenti tutti i sacrifici fatti durante la settimana se ne vanno a farsi friggere! 

Con questa ricetta potete toglievi lo sfizio del dolce senza sentirvi troppo in colpa...ammesso che non siate come me che appena vedo il gelato non capisco più nulla e sarei capace di mangiarmene una vaschetta da 1 kg comodamente da sola :)! Lo adoro e non so resistere...se me lo vedo li...poi si scioglie, sarebbe un peccato non mangiarlo...


Prima della ricetta vi do una mega notizia: non perdetevi il post di Lunedì! E’in arrivo un nuovo Contest!!! 
Vi do solo due indizi: Azienda Agricola Mariangela Prunotto e Chef Claudio Sadler...Vi ho incuriosite vero?! Vi aspetto numerosissime!!!


Ed ora la ricetta, semplice che più semplice non si può. 

Ananas caramellato con cannella e gelato alla panna 


Per 6 persone:
1 ananas maturo 
8-10 cucchiai di zucchero di canna 
cannella q.b. 
gelato alla panna 



Tagliate il ciuffo dell’ananas e il fondo e, appoggiando il fondo su un tagliere, tagliate via la buccia. Tagliatelo in 4, privatelo del torsolo centrale e dividete ancora le fette in due. Ricavatene dei triangoli (in realtà sono dei trapezi…sono un’ingegnere, lo so :)!)dello spessore di 1 cm. 

Mettete l’ananas in una padella antiaderente e spolveratelo con lo zucchero di canna e la cannella (a piacere) e fatelo cuocere per 12-15 minuti o finché lo zucchero non sarà sciolto e l’acqua rilasciata dall’ananas non sarà evaporata facendo sì che lo zucchero caramellizzi. Spegnete il fuoco. 

Impiattate: mettete una pallina di gelato nei piattini e accompagnatelo con l’ananas caramellato.



L'ananas non brucia i grassi come tutti spesso diciamo, ma è un frutto che fa benissimo! Contiene un enzima in grado di digerire le proteine, è per questo che è consigliabile consumarlo alla fine di un pasto soprattutto se si è mangiata carne o comunque molti cibi proteici. Inoltre le sue proprietà diuretiche ne fanno un'ottimo alleato nella guerra contro quella brutta bestia della cellulite! Attente però che gli enzimi che aiutano la digestione delle proteine vengono distrutti a contatto con il calore, quindi questa ricetta vi farà fare tanta pipì, ma non vi farà digerire meglio tutto quello che avete mangiato prima :)!

Il gelato potete usare quello che più vi piace, io ho usato quello alla panna, ma sono perfetti anche crema, fiordilatte e, perché no, il gelato allo yogurt o al cocco!

mercoledì 9 gennaio 2013

Ma voi lo avete il cestello di bambù?!

Scettica fino all'ultimo se pubblicare o meno questa ricetta, ma poi mi sono detta: "Why not?!". Alla fine è una ricetta che si fa davvero da sola, dietetica che di più non si può, salutare e buona e saporita come non si può neppure immaginare.

Strumento indispensabile è il cestello per la cottura al vapore in bambù, relegato nell'armadio per un po' di mesi, appena mi sono decisa a dargli una chance, non lo ho più abbandonato...è una figata pazzesca!
Cuoce tutto benissimo, non si sporca nulla e mentre lui fa il suo dovere, si può fare qualsiasi cosa, la doccia, sistemare casa o perché no, riposarsi! Mmmm...si vede che sono già entrata in modalità "vita normale" l'ultima opzione non l'avevo quasi contemplata!!! 

Il trucco è mettere un pezzetto di carta da forno sul fondo così il bambù non assorbe gli odori dei cibi e i succhi di ciò che cuocete non si disperdono nell'acqua del cestello sottostante. In questo modo potete cuocere pesce e verdura contemporaneamente!
Se non lo avete ancora, procuratevelo, anche piccolino (io lo ho da 18 cm) e vedrete che non ve ne separerete più :)!


Filetti di nasello e porri nel cestello di bambù


Per 2 persone: 
300 gr di filetti di nasello (se possibile freschi: 2 da 150 gr) 
2 porri 
sale di Cipro al curry (in alternativa, sale di Cipro in fiocchi e curry) 
strumento indispensabile: cestello in bambù 



Mettete due dita d’acqua in una casseruola dello stesso diametro del cestello in bambù e mettetela sul fuoco con un coperchio. 
Ritagliate un cerchio di carta da forno leggermente più grande rispetto al diametro del cestello e con questo foderatene il fondo. 
Lavate il porro, privatelo del fondo e della parte verde scura, dividetelo in 3 e tagliatelo a listarelle: disponetelo sulla carta da forno. 
Lavate i filetti di nasello e disponeteli sopra i porri. 
Togliete il coperchio alla casseruola e mettetevi sopra il cestello con il suo coperchio. 
Fate cuocere per 7-8 minuti, aggiungete il sale al curry e fate cuocere ancora 3-4 minuti. 
Servite in un piatto fondo perché i succhi che rimarranno nella carta da forno saranno deliziosi da mangiare insieme e manterrà il pesce umido poiché di solito il nasello tende a diventare un po’ stopposo. 
Se volete aggiungete un pochino d'olio evo a crudo, ma è delizioso anche senza.




Il nasello io ho usato i filetti di nasello surgelati perché quando si arriva a casa tardi è una salvezza averli in freezer! Se voi riuscite a comprarli freschi verrà sicuramente ancora più buono!

Il sale di Cipro al curry è un sale formato da fiocchi di sale di Cipro che hanno la forma di una piramidina e curry. Questi fiocchi di sale sono meravigliosi, regalano croccantezza in piatti in cui questo elemento manca! Provateli! Anche su una tartare sono spettacolari!